Ci sono sempre stati gatti nella mia vita. In particolare da alcuni anni a questa parte ho conosciuto la razza dei gatti delle Foreste Norvegesi ed assieme ad alcune amiche è nato Gattinorvegesi.it un sito dedicato in particolare a loro ma in generale a tutti i gatti.

Da quando questo sito è attivo ricevo moltissime email e moltissime domande. Gli argomenti che in questi anni mi sono trovata a trattare sono molteplici ma qui vorrei porre l’attenzione sul discorso del randagismo e della sterilizzazione.

Sono argomenti difficili da trattare e, specie la sterilizzazione, di primo acchito fa storcere un po’ il naso, ma è proprio grazie alle esperienze che ho fatto che mi sono formata un’idea molto precisa sulla questione.

Recentemente ho avuto modo di parlare per molte ore con alcune signore che gestiscono, con forze di solo volontariato, un gattile nei pressi di Firenze. Mi hanno raccontato episodi tristissimi e assurdi di abbandono che facevano quasi vergognare.

Il problema del randagismo è un problema molto serio specie in alcune città. E menomale che ci sono delle persone molto volenterose che si fanno carico in maniera molto pesante, sia a livello economico che a livello morale, dell’incuria e della pazzia altrui.

Ci si chiede come possano delle persone abbandonare un’intera cucciolata, chiusa in gabbia e sotto il sole …

Ci si chiede perché si consenta ad una gatta di fare anche molte cucciolate nel corso della sua vita se non si ha la certezza di poter sistemare in situazioni sicure tutti i cuccioli che nasceranno.

Ci si chiede perché si lasciano i maschi liberi di andare a zonzo dove vogliono, sottoponendoli ai rischi di cui le nostre città sono piene o se va bene allo smarrimento.

La risposta che ne consegue è essenzialmente una: una totale “maleducazione” nei confronti dei nostri animali.

Ci si para spesso dietro a discorsi del tipo “il mio gatto vive secondo natura, va e viene come vuole, è libero e così è più felice”. Questo è sicuramente un discorso giusto ma … perché non ci si preoccupa anche delle conseguenze? Perché preoccuparsi delle conseguenze non è affare che ci riguarda … “In qualche modo i cuccioli si sistemeranno”.

La maggior parte di questi cuccioli “che si sistemeranno”, solo quelli più fortunati, finiscono nei gattili, moltissimi altri finiscono sotto le ruote delle auto oppure peggio, abbandonati ad una fine certa.

Il lavoro immenso che si fa nei gattili è quello di riuscire a sterilizzare le femmine. Alcuni comuni vengono incontro e fanno convenzioni con i veterinari per abbattere i costi di questa operazione, ma è una battaglia dura, durissima. Quando si adotta un cucciolo da un gattile, se non è già stato sterilizzato dal gattile stesso, spesso viene richiesta come condizione per l’adozione proprio il preciso impegno di sterilizzarlo.

Gli interventi di sterilizzazione che si fanno attualmente sono molto meno invasivi e traumatici di quelli operati alcuni anni fa. Adesso si può sterilizzare una gatta già intorno ai 6-7 mesi di età ed un maschio ai primi segni di maturità sessuale.

La convinzione che è meglio far fare una cucciolata alla gatta e poi solo dopo sterilizzarla perché altrimenti andrebbe incontro a tumori o quant’altro è profondamente sbagliata. E’ piuttosto vero il contrario: la gravidanza non aggiunge niente alla maturità fisica della gatta e anzi la sterilizzazione, se proprio vogliamo vederla da questo punto di vista, diminuisce il carico ormonale su alcuni organi (la mammella ad es.) e asporta altri organi che sono normalmente bersaglio del tumore: ovaie e utero.

“Ma sterilizzare il mio gatto è contro natura!!!” beh … io penso che sia più contro natura lasciare il gatto integro e poi abbandonare (o peggio) i gattini che nasceranno.

In conclusione: se non si è più che certi che i cuccioli che nasceranno dalla nostra gatta avranno una casa sicura e amorevole ad accoglierli, se vogliamo proteggere ed evitare al nostro gatto la sofferenza di sentire il calore delle gatte e non potersi accoppiare, oppure peggio, lasciarlo libero di andarsene in giro mettendo fortemente a rischio la sua incolumità, la sterilizzazione è una questione di educazione e aggiungo (forse azzardando un po’ ma lo penso fermamente) un dovere civile.

Cristina Anichini

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